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I cervi in paese

ottobre 15, 2008


Un cervo maschio fugge a rotta di collo al nostro arrivo

Sono andato a vedere i cervi nel Parco Nazionale dello Stelvio. E’ la stagione degli amori, i bramiti impressionanti dei maschi squarciano il silenzio dei boschi. L’idea era di provare a fare qualche foto e qualche videoripresa. Ci siamo alzati alle 5 di mattina e siamo arrivati a Malga Stablaz con le prime luci dell’alba. Poco sopra la malga c’è una vasta conca dove gli avvistamenti sono quasi “garantiti”.

Invece che arrivare di soppiatto, furtivi, siamo sbucati come due bagonghi, vestiti di rosso. All’inizio pareva tutto deserto, poi il mio vigile occhio ha individuato due cerve immobili tra la brughiera che ci fissavano. Appena il tempo di dire “eccoli!” che improvvisamente si sono “materializzati” decine di cervi che si sono messi tutti a scappare a rotta di collo. Neanche il tempo di puntare il teleobiettivo.

Qualcuno aveva detto che nella stagione degi amori i cervi “non capiscono nulla” e non badano alla presenza dell’uomo. Infatti s’è visto: dopo il fuggi fuggi si sono fermati in una zona lontanissima, in ombra, un vero schifo per le riprese video fotografiche. Col mio 320 mm si vedevano a malapena dei puntolini. La videocamera aveva un teleobiettivo molto più potente, un 800 mm, ma a tutto tele era un calvario inquadrare i cervi ad una distanza superiore a 400 metri, sia pure con un solido cavalletto.

Insomma un disastro. Ci voleva forse meno approssimazione, più pazienza. Abbiamo sbaraccato tutto e proseguito il giro in montagna che avevamo in mente. Questo mi ha confermato, se mai ce n’era bisogno, una verità incontrovertibile: fare riprese serie durante una gita in montagna è incompatibile. O fai la gita o fai le riprese. Non c’è una via di mezzo.

Alla sera, col buio, siamo andati a vedere i cervi con l’auto. Sissignori, avete capito bene: con l’auto. Sembra incredibile ma appena fuori dal paese di Cogolo, in una grande spianata di prato, pascolano tranquillamente i cervi a poche centinaia di metri dalle case. Giri un po’ l’auto e illumini coi fari i prati a lato della strada: decine di occhi rossi si muovono nel buio. Gli animali se ne stanno lì tranquilli, abbiamo puntato coi fari un grosso maschio a non più di 6-7 metri sul bordo della strada. Ha alzato un po’ la testa, poi si è allontanato pigramente.

Sono sceso guardingo dall’auto, in punta di piedi, ed ho tentato l’avvicinamento in stile “gatto silvestro”. Rapide e felpate corsette mentre il cervo brucava, fermo immobile appena alzava la testa. Sono arrivato a soli 10 metri di distanza, riparato alla vista da una baracchetta. Ma la luce dei fari della macchina, rimasta a 100 metri di distanza, era troppo debole e toccava scattare con tempo di posa di qualche secondo a 1600 iso: improponibile. Ho scattato qualche foto “a panza” e ciao.

Mi sono interrogato sul fatto dei cervi che pascolano appena fuori dal paese: come mai lo fanno? E’ un buon o brutto segno? Non ho ancora trovato una risposta…

PS: la foto fa schifo lo so, ma ecco il cervo illiminato dai fari dell’auto